Conversazioni con il boia

Kazimierz Moczarski

Conversazioni con il boia

Un comandante partigiano polacco, appartenente alle formazioni non comuniste, e per questo rinchiuso dopo la guerra in prigione e condannato a morte, condivise per 255 giorni (dal 2 marzo all’11 novembre 1949) la cella con uno dei più efferati carnefici nazisti: il generale delle SS Jürgen Stroop, organizzatore dello sterminio di 550 000 ebrei galiziani e di 71 000 prigionieri del ghetto di Varsavia. «Semplici e sincere sono le confessioni degli incarcerati dinanzi all’inevitabile», nota Moczarski ricordando che Stroop, il quale ignorava la vera natura del suo interlocutore, si abbandonò, giorno dopo giorno, a un racconto dettagliato della sua storia personale e delle sue «azioni di guerra».
Egli (diversamente da quanto fece nel processo) si vantò dei risultati delle sue azioni e giustificò il comportamento dei tedeschi con le umiliazioni subite dopo la prima guerra mondiale.
Stroop fu giustiziato il 6 marzo 1952, mentre Moczarski fu liberato e riabilitato il 24 giugno 1956. Dedicò il resto della sua vita a scrivere questo libro. La sua eccezionale memoria di giornalista e cospiratore gli permise di ricostruire quelle conversazioni con il carnefice nazista, disponendo il materiale in ordine cronologico e verificando, tramite ricerche d’archivio, l’esattezza di ogni informazione fornitagli dal suo interlocutore. Il risultato è un libro di grande forza, anche letteraria, ricchissimo di notizie poco note e basato su un’analisi profonda e diretta della forma mentis di un carnefice nazista. Lo storico Adam Michnik (uno dei protagonisti del dissenso in Polonia e autore, tra l’altro, di un fortunato libro pubblicato nel 2007 dalla Bollati Boringhieri: Il pogrom) ha scritto appositamente per l’edizione italiana un’introduzione che mette in luce l’unicità di quest’opera e la forza d’animo del suo autore.

Kazimierz Moczarski (Varsavia 1907-1975) studiò Legge e Giornalismo all’Università di Varsavia, specializzandosi nel 1933 all’Institut des Hautes Etudes Internationales di Parigi. Dopo l’occupazione tedesca di Varsavia (ottobre 1939) entrò in clandestinità e prese parte alla lotta partigiana, dirigendo tra l’altro l’ufficio propaganda (BIP); in seguito continuò l’attività alle dipendenze del governo in esilio a Londra, combattendo contro le truppe sovietiche e i comunisti polacchi da esse sostenuti. Arrestato nell’agosto 1945 e condannato a dieci anni di prigione, poi ridotti a cinque, nel febbraio 1947 fu rinchiuso nel carcere di Varsavia insieme al comandante delle SS Jürgen Stroop, responsabile tra l’altro della spietata repressione della Rivolta di Varsavia (estate 1943). Nel novembre 1952, in seguito a un nuovo processo, fu condannato alla pena di morte (poi commutata in ergastolo, senza che peraltro egli ne venisse informato) e solo nel giugno 1956 fu liberato e riabilitato. Nell’aprile 1972 il mensile «Odra» iniziò la pubblicazione delle sue Rozmowy z katem (Conversazioni con il boia), che riscossero un immediato ed enorme successo. Il libro, pubblicato postumo nel 1977 con pesanti interventi della censura e subito tradotto in molte lingue, è apparso in versione integrale solo nel 1992.

Bollati Boringhieri

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