I CONFLITTI CONGELATI NEL DOPO URSS

“I conflitti congelati nel dopo URSS”

Giovedì 12 novembre, alle ore 16

Aula 1, sede di Sant’Agostino

Università degli studi di Bergamo.

Il crollo dell’Unione Sovietica ha lasciato in eredità all’epoca del post Guerra fredda una serie di conflitti armati locali che, dopo un quarto di secolo, risultano ancora irrisolti sul piano politico e del diritto internazionale. Non danno comunque più adito a combattimenti, almeno su larga scala, e si considerano semplicemente “congelati”, in attesa di eventi oggi difficili da prevedere. Le aree interessate (tre sul Caucaso e una nella regione del Mar Nero, o due se si considera che qui si profila forse il congelamento del Donbass) erano state anche in passato oggetto di contestazioni fra le popolazioni e gli stati interessati, tanto che avevano esperimentato una specie di congelamento politico ante litteram proprio ad opera dell’Unione Sovietica. Il crollo di questo stato e il ritorno della Russia come grande potenza hanno creato condizioni oggettive per la recrudescenza di antiche rivalità, non le hanno determinate nei loro peculiari contenuti etnici e politici. Il protrarsi di situazioni ancora non regolate dal diritto internazionale e, quindi potenzialmente sorgenti di disordini anche gravi, indica come la Russia non consideri nel suo interesse la distensione in certi segmenti periferici della sua area di influenza e come l’Occidente, dal canto suo, non abbia ma ritenuto di porre per davvero la questione all’ordine del giorno della comunità internazionale.
Nell’incontro-dibattito, Davide Zaffi dapprima discuterà dei dati storici del problema, poi , partendo soprattutto dalle esperienze di peace making degli ultimi anni, cercherà di valutare i singoli interessi in gioco quali fattori di uno stallo politico-militare che, almeno nel breve e medio periodo, sembra insuperabile.

L’incontro-dibattito, il terzo del ciclo “Il crollo dell’Unione Sovietica 25 anni dopo (1991-2016)”, è organizzato nell’ambito del corso di Storia e Istituzioni delle Società Musulmane e Asiatiche, in collaborazione con la Biblioteca-Archivio del CSSEO, il Centro Studi sull’Azerbaigian e il Centro Studi sul Caspio.

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