Ungheria 1956

Federigo Argentieri

Ungheria 1956. La rivoluzione calunniata

Perché Togliatti aveva brindato nel 1956 dopo la repressione sovietica a Budapest, e perché solo dodici anni dopo, in una simile situazione a Praga, il PCI avrebbe “riprovato” l’occupazione? Certo non perché la dinamica dei fatti era stata diversa, ma perché era cambiato il PCI, che con Longo aveva cominciato a prendere le distanze da Mosca. Ma l’autonomia, pur progredita sotto Berlinguer, non divenne mai definitiva, soprattutto sul piano intellettuale, al punto che ancora oggi molti storici e qualche politico esitano o rifiutano di prendere atto delle “dure repliche della storia”, soprattutto per quanto riguarda Togliatti
Il racconto della menzogna su una rivoluzione, quella ungherese di 50 anni fa, che doveva per forza essere “fascista” per tutelare il sistema comunista da se stesso, si raccomanda per i suoi riflessi sull’attualità. Non si riuscirà mai a dare vita a una scena compiutamente nuova se lo sguardo sulla memoria della sinistra non viene reso più lucido e crudo. Senza accomodamenti.

Federigo Argentieri insegna presso la John Cabot University di Roma. Specialista di storia dell’Ungheria, ha pubblicato e tradotto articoli e saggi in materia, e curato l’edizione italiana di István Bibó e Jenö Szücs.
Nel 2004 ha contribuito alla pubblicazione dello studio di Robert Conquest Sulla carestia del 1932-33 (Raccolto di dolore, Roma, Edizioni Liberal).

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Marsilio

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