a cura di Francesco Leoncini
Il Patto di Roma e la Legione Ceco-Slovacca
Tra Grande Guerra e Nuova Europa
Saggi di:
Pavel Helan, Michal Kšiňan, Francesco Leoncini, Vincenzo Maria Pinto, Giovanni Villani.
Contributi di:
Gianni Aiello, Lamberto Ferranti, Giuseppe Mazzaglia, Sergio Tazzer.
Indirizzi di saluto di:
Petr Buriánek, ambasciatore della Repubblica Ceca; Mária Krasnohorská, ambasciatore della
Repubblica Slovacca; Antonino Zarcone, capo Ufficio Storico dello Stato Maggiore
dell’Esercito; Matteo Paesano, capo Ufficio Storico dello Stato Maggiore della Difesa.
Schede orientative.
Testi riassuntivi in lingua francese e inglese.
Inserto fotografico.
Il Patto di Roma, siglato alla fine del “Congresso delle Nazionalità oppresse dall’Impero austro-ungarico” dell’8-10 aprile 1918, costituisce il superamento del Patto di Londra in base al quale l’Italia era entrata in guerra.
Abbandonata qualsiasi velleità imperialistica e una politica di mere rivendicazioni territoriali l’Italia riesce a formulare in questa occasione un disegno di respiro europeo e porsi al centro di un vasto schieramento internazionale, cosa che poteva soddisfare contemporaneamente i suoi interessi
strategici e l’aspirazione a giocare un ruolo di prima grandezza quale punto di riferimento politico e culturale.
La conseguente costituzione di un “Esercito Czeco-Slovaco unico ed autonomo posto dal punto di vista nazionale, politico, giuridico, sotto l’autorità del Consiglio Nazionale dei Paesi Czeco-Slovachi” di Parigi, rappresenta il risultato più rilevante di quella svolta nella politica estera italiana
a favore della dissoluzione della Monarchia asburgica e per il riconoscimento dell’indipendenza delle nazionalità che avrebbero dato vita agli Stati della Nuova Europa.
In tal modo riprende vigore quel filone liberal-democratico volto a un’alleanza strategica con i movimenti di rinascita nazionale dell’Europa centrale quale era stata prefigurata nel corso del Risorgimento da Giuseppe Mazzini.
Il volume riscopre un capitolo a lungo trascurato dalla storiografia italiana sulla Grande Guerra e passato in sordina alla fine del conflitto, sovrastato dalla rinnovata ostilità nei confronti degli jugoslavi e dalla pretestuosa invenzione della “vittoria mutilata”. Nello stesso tempo esso dà ampio
spazio a un passaggio decisivo della storia dei cechi e degli slovacchi che vede come protagonista, in campo diplomatico e militare, lo slovacco Milan Rastislav Štefánik, personalità poliedrica, astronomo ed aviatore, naturalizzato francese ma particolarmente legato all’Italia.
La rivisitazione di queste ultime vicende che hanno come punto essenziale di riferimento la Certosa di San Lorenzo di Padula (Salerno) ha posto in luce la necessità di recuperare la dimensione nazionale degli eventi riguardanti il Primo conflitto mondiale, vale a dire il ruolo assai rilevante, e
spesso dimenticato, del Mezzogiorno e delle Isole Maggiori.