Posted By admin on Feb 17, 2012 Recensione del libro di Anna Hyndráková Lettera ai figli. Da Praga ad Auschwitz (Medusa edizioni, 2012) a cura di Alessandro Vitale, Dipartimento di Studi Internazionali, Università degli Studi, Milano. Di testimonianze della deportazione nei lager nazisti se ne possono leggere molte, perché il mercato librDeario ne ha offerte in grande quantità negli ultimi anni. Tutte sono toccanti e sconvolgenti, nonché di grande importanza per far capire, soprattutto alle nuove generazioni, cosa sia stata la brutalità di Stato, la “bestialità legale” e senza limiti del Novecento: il secolo più violento della storia. La lettera che Anna Hyndráková-Kovanicová, ormai cittadina della Cecoslovacchia piombata sotto il tallone di ferro di una nuova, spietata dittatura scrisse ai figli Alena e Pavel nel 1971 – per lasciar loro i ricordi del periodo più drammatico della sua vita – ha il pregio di fornire un quadro più vasto rispetto a quello dei soli campi, seguendo il filo dei suoi ricordi: la descrizione dell’Europa Centrale e Orientale dopo l’occupazione tedesca, del periodo delle rappresaglie dopo l’attentato a Heydrich (maggio 1942) e dello scatenarsi della furia antiebraica.