Racconta l’Europa all’Europa
L’Europa sul web, nelle sale cinematografiche, in radio, nelle scuole, all’università e in eventi pubblici. Per un anno sarà protagonista su Osservatorio Balcani e Caucaso. Per rispondere alla crisi, con nuova forza e idealità.
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Il progetto
Racconta l’Europa all’Europa così abbiamo intitolato il progetto europeo che ci vedrà impegnati per tutto il prossimo anno. Del resto contribuire al dibattito sull’Europa è uno degli obiettivi di Osservatorio Balcani e Caucaso fin dal suo esordio.
Inizialmente la ragione d’essere di OBC era quella di riflettere sulle conseguenze della guerra in Europa e sul sostegno alla ricostruzione dei Balcani. Con il tempo la situazione è gradualmente migliorata e dall’aiuto umanitario si è passati a discutere di armonizzazione di sistemi giuridici e consolidamenti democratici.
Il prossimo luglio la Croazia diventerà il 28esimo membro dell’Unione. Ma, a seconda del punto di partenza, negli ultimi anni anche gli altri paesi della regione hanno fatto passi avanti nel processo di democratizzazione avendo di fronte la prospettiva dell’integrazione europea.
Sebbene dominato da questioni economiche e aspetti tecnico-legali, il processo di allargamento dell’UE ha avuto un ruolo chiave nel superamento delle guerre degli anni ’90 e nella stabilizzazione regionale e resta un fondamentale orizzonte politico per tutti i Balcani. E ciò non dovrebbe sorprendere perché si tratta anche per l’Europa sud-orientale di accedere a quel processo storico di superamento della guerra e di costruzione di un comune spazio politico, da cui è di fatto rimasta esclusa fino alla fine degli anni ’90.
Di questa Europa i mezzi di informazione parlano poco se non quando si agitano gli animi per la paura di nuovi flussi migratori o si evidenzia l’instabilità politica che la caratterizza. Senza dubbio per alcuni paesi balcanici, con economie fragili e amministrazioni soffocate dalla corruzione, l’impegno per accedere all’integrazione europea è ancora molto oneroso. Ma nonostante tutto il processo di armonizzazione lentamente prosegue lontano dai riflettori, assistito dalla Direzione Generale per l’Allargamento della Commissione Europea e monitorato delle Commissioni del Parlamento Europeo.
Si tratta certamente di una dinamica complessa e come tale viene considerata una questione per addetti ai lavori. Eppure l’allargamento ad est dell’UE è stato ed è uno straordinario fenomeno geopolitico per il nostro continente. È sorprendente, come notava il centro studi ESI, che in questi 20 anni non sia emerso nemmeno un best seller per animare la discussione sulla riunificazione europea.
D’altro canto, uno degli aspetti principali del deficit democratico dell’UE è proprio la povertà del dibattito sulle nostre istituzioni e le nostre politiche, e l’allargamento è solo una di queste.
L’integrazione europea non è un processo facile, comporta cessione di sovranità e condivisione di oneri. I membri UE più ricchi e con democrazie mature importano parte dei problemi dei paesi più deboli anche se ne beneficiano in termini di prosperità e sicurezza in senso lato.
Invece i paesi balcanici ancora fuori dall’Unione vivono comunque le conseguenze della dipendenza economica dalla zona euro, come sottolinea Dimitar Bechev. E se fino al 2008 erano tutte economie in forte crescita, poi hanno subito duramente le conseguenze della crisi: lo shock per il crollo degli investimenti esteri, il ridursi dell’accesso al credito, la contrazione delle rimesse hanno avuto conseguenze pesanti.
La congiuntura economica che viviamo ci schiaccia su dibattiti dal respiro corto ma nei Balcani a pochi sfugge il parallelismo tra la crisi che oggi vive l’UE e quella che viveva la Jugoslavia a cavallo degli anni ’90. E se qualcosa possiamo apprendere dal passato è che in Europa nessuno esce da solo dalle crisi e senza rilanciare quel progetto comune di cui tanto abbiamo beneficiato fino ad oggi.
Grazie a Racconta l’Europa all’Europa, Osservatorio Balcani e Caucaso accrescerà il suo sforzo per colmare il deficit democratico e stimolerà la discussione sull’integrazione europea dei Balcani e della Turchia con ben 11 diversi partner, in 4 paesi differenti, e non solo sul web ma anche alla radio, nelle aule universitarie, nei corsi di formazione e infine al cinema.
Anche grazie al contributo dei suoi lettori sempre più numerosi, OBC continuerà a lavorare per la costruzione dell’Europa dei cittadini facendo dialogare e mettendo in rete organizzazioni e persone tra le due sponde dell’Adriatico. Perché per tenere vivo il dibattito in Europa bisogna essere in tanti.