Albania, si gira! L’Italia e gli italiani nella cinematografia albanese durante e dopo il comunismo
Albania, si gira! L’Italia e gli italiani nella cinematografia albanese durante e dopo il comunismo Selezione e rassegna di cinema albanese Dal “paese delle aquile”uno sguardo prossimo e sorprendente sull’Italia e gli italiani, attraverso la ricca produzione cinematografica sia ai tempi della propaganda che successivamente, nel quadro più libero ma instabile del post-comunismo. Casa del Cinema Largo Marcello Mastroianni 1, 00197 Roma 4-5-6-7 aprile 2019 Al via giovedì 4 aprile presso la Casa del Cinema, la prima edizione di Albania, si gira!– rassegna di cinema albanese prodotto dal secondo dopoguerra ai giorni nostri. In programma alcuni dei film che ne hanno fatto la storia, pellicole (35 mm) dell’Archivio Centrale di Stato del Cinema d’Albaniaper la prima volta proiettate fuori dai confini nazionali e tradotte per l’occasione in italiano. Il festival, ad ingresso gratuito, ospiterà quotidianamente esponenti del mondo cinefilo albanese e italiano – registi, musicisti, sceneggiatori – oltre ai contributi di storici dell’AISSECO (Associazione Italiana Studi di Storia dell’Europa Centrale e Orientale) che ci guideranno in una doppia esplorazione: da un lato come la cinematografia albanese abbia riflesso e in parte forgiato l’identità storica e sociale del paese, dall’altro il modo in cui si sono articolate le relazioni tra albanesi ed italiani. L’Italia ha infatti avuto un ruolo importante nelle vicende storiche degli albanesi, i quali di riflesso hanno sempre mostrato una particolare attenzione al “bel paese”, esprimendola coralmente e artisticamente attraverso il cinema. A cominciare dal film d’esordio della rassegna, “Generale Grammofono/Gjeneral Gramafoni” (1978), regia di Viktor Gjika, pluripremiato nei Balcani, in cui il protagonista Halit Berati – virtuoso clarinettista – viene invitato da un impresario italiano a incidere i suoi brani per grammofono. L’obbiettivo del festival è di confrontarsi con le caratteristiche ambivalenti e contraddittorie che l’“italiano” di volta in volta ha assunto nella narrazione filmica albanese, durante e dopo la coercizione dei regimi. Il pensiero dominante ritiene che nel periodo comunista gli italiani fossero dipinti dagli albanesi come nemici e fautori di una politica imperialista, ma che interiormente la maggior parte del popolo albanese considerasse l’Italia come un luogo dove ricercare la possibilità di una vita migliore, e più in generale il luogo di contatto più prossimo all’Occidente. Nel film “Lindje Perendim Lindje/ Est Ovest Est” (2009), regia di Gjergj Xhuvani, il viaggio verso l’Ovest costituisce un fatto eccezionale e i cinque ciclisti designati a rappresentare l’Albania al tour de France, si preparano con grande trepidazione...
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