Posted by Aisseco on Mar 11, 2018
UNGHERIA: PERICOLO ORBÁN?
La Biblioteca Archivio del CSSEO in collaborazione con la Biblioteca comunale, organizza a Trento, mercoledì 14 marzo 2018, alle ore 17,30, nella “Sala degli Affreschi” della Biblioteca comunale (Via Roma 55), l’incontro-dibattito “Ungheria: Pericolo Orbán?”. Intervengono Bruno Dallago e Davide Zaffi. Introduce Massimo Libardi. Un sondaggio del 7 marzo, realizzato da Nézőpont, assegna a Fidesz, il partito di Viktor Orbán ben il 52% delle intenzioni di voto alle imminenti elezioni del Parlamento ungherese (8 aprile). Se il sondaggio troverà conferma nelle urne, ci troveremo dinanzi a una indiscussa vittoria di Orbán e del suo partito (nel 2012, comunque, conquistò i due terzi dei seggi). Una vittoria che non sembrava più così a portata di mano dopo il test elettorale di Hódmezővásárhely, cittadina di neppure 50mila abitanti, nel sud del paese, a una cinquantina di km. dal confine con la Serbia e la Romania. A fine febbraio si era votato in questa roccaforte di János Lázár e di Fidesz (alle elezioni locali del 2014 aveva ottenuto il 61% dei consensi) ed era accaduto l’inaspettato: il 45enne Péter Márki-Zay, candidato indipendente sostenuto dall’intero spettro dell’opposizione, dai socialisti all’estrema destra, aveva ottenuto il 57,5% dei voti, contro il 41,5 per cento di Zoltán Hegedűs, l’uomo di Fidesz. Ma quello di Hódmezővásárhely pare solo un incidente di percorso. Alle prossime elezioni parlamentari la sfida sembra essere quella tra Fidesz e il partito di estrema destra Jobbik, mentre i partiti di centro e di sinistra si caratterizzano per le divisioni e la litigiosità inconcludente che segnano i loro rapporti. Jobbik, guidato da Gábor Vona, espressione della destra ultra-nazionalista sta cercando di riposizionarsi un po’ più al centro dello spettro politico, avvicinandosi a Fidesz su tematiche quali l’immigrazione, il rapporto con la Russia e il rifiuto del multiculturalismo. In questo ha assunto a volte posizioni grottesche, come quando Gábor Vona ha intimato al governo di scusarsi per il trattamento riservato ai rom, notoriamente bersaglio privilegiato del suo partito. Al centro della campagna elettorale vi è anche George Soros, il plurimiliardario americano tra l’altro accusato dal Governo di incoraggiare, in combutta con la tecnocrazia di Bruxelles, l’arrivo in massa di migranti musulmani in Europa attraverso l’opera delle ONG. Alla battaglia ingaggiata contro Soros e le ONG da questi finanziate, si affianca l’attacco alla Central European University, l’università fondata negli anni Novanta da Soros che...
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